Omologazione Europea delle macchine agricole – FAQ

Per incentivare lo spirito imprenditoriale, abbattere il muro delle perplessità  ed illuminare le scelte, offriamo la nostra collaborazione attraverso una serie di FAQ redatte in base alle richieste pervenute al nostro studio fino ad oggi e che saranno costantemente aggiornate con l’evolversi della normativa e/o con ulteriori quesiti che ci verranno sottoposti da costruttori o addetti del settore.

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Come avrete appreso da più parti, la regolamentazione della meccanizzazione agricola, è cambiata radicalmente con l’entrata in vigore obbligatoria, dal 1° gennaio 2016, del Regolamento 167/2013 conosciuto anche come “Mother Regulation”.

Ogni costruttore deve assolutamente considerare che la norma:

  • riguarda direttamente o indirettamente tutte le macchine agricole, con pochissime eccezioni;
  • prevede che alcune macchine possano continuare ad essere messe in circolazione nel rispetto delle norme nazionali;
  • consente soluzioni per tanto tempo desiderate, come aumenti di massa e di velocità;
  • impedisce di essere ignorata dal momento che influenza gli abbinamenti tra i veicoli
  • consentirà, in tempi brevi, l’ingresso in Italia di prodotti immediatamente immatricolabili ed agganciabili, costruiti chissà dove ed a prezzi ridotti.

Questa realtà genera in continuazione una miriade di perplessità sugli effettivi vantaggi che potrebbero derivare dall’adeguamento immediato della produzione alle nuove norme.

Le perplessità scaturiscono principalmente dalla certezza che nella Comunità Europea una infinità di macchine agricole, immesse in circolazione nel rispetto delle norme nazionali, continueranno ad esistere per un numero indefinito di anni, e risulta difficile proporre macchine costruite nel rispetto delle nuove norme che quasi certamente dovranno essere riomologate in ogni paese per consentire gli abbinamenti necessari.

Questa è ovviamente una mezza realtà, dal momento che le trattrici agricole omologate secondo le vecchie norme potranno essere immesse sul mercato non oltre il 31/12/2017, e che ovviamente i relativi costruttori le hanno già riomologate a partire dal marzo 2013.

Se poi si considera che da decenni il mondo agricolo auspica la possibilità di superare le velocità e le masse imposte dall’attuale Codice della Strada, risulta evidente che, al di là di ogni ragionevole dubbio, una offerta di nuovi veicoli sarà certamente accolta con entusiasmo, e darà al costruttore quel grado di internazionalizzazione che probabilmente oggi gli manca.

Le perplessità citate poc’anzi trovano spesso una valida risposta nella normativa che però è molto voluminosa ed estremamente complessa.

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